15 settembre 2020
In riferimento a quanto ci viene trasmesso dalla visione tantrica, senza accorgercene veramente, viviamo in un universo, un oceano di energie impregnate di coscienza. Purtroppo, siamo costretti e indotti a vivere l’esperienza individuale, limitata e circoscritta dell’energia a causa dell’ignoranza soggettiva che nasconde e limita la verità. Nessun discorso, nessun credo, nessuna formula, purtroppo, potrà mai comunicarci questa esperienza. È inutile provarci con l’immaginazione e neppure con effetti psichedelici. La logica comune, fondata sul ragionamento derivato dal pensiero abituale e la statistica delle impressioni comuni non può trasmettere la conoscenza, anzi influenza ulteriormente e negativamente la nostra opinione. L’autentica esperienza informa che la vera Realtà non si riduce alla semplice dualità, la quale può essere immaginata solo dalla mente cognitiva. Le possibilità sono riccamente infinite e non possono e non dovrebbero essere racchiuse in una sola verità e nel suo opposto, solo perché la ragione non riesce ad immaginare che questi due aspetti. Per la mente razionale infatti, l’esistenza di altri aspetti renderebbe la valutazione più difficile e impraticabile. Questa visione ristretta è rappresentata da quelle forze occulte interne a noi che nascondono l’evidenza, è il velo di maya (l’illusione) che copre la luce e riduce la visione che potrà, però come per magia, sollevarsi e permetterci di entrare in un oceano di verità. Il termine maya, deriva da una interpretazione etimologica, significa ciò che misura, ciò che delimita una forma (rūpa), mentre l’infinito è senza forma (arūpa).
PRINCIPI GENERALI DELLE IMPRESSIONI SENSORIALI
Il mondo esteriore si manifesta a noi con delle impressioni sensoriali, opportunamente selezionate e individuate. L’interpretazione delle informazioni captate dagli strumenti sensoriali, che ogni essere umano ha a sua disposizione, non sempre usufruisce di un processo mentale sufficientemente affinato. Pertanto, la comprensione a volte non si rivela molto precisa. La pratica è spesso utile per permettere il risveglio di una migliore capacità percettiva.
Il corpo grossolano è composto da cinque strumenti o poteri percettivi (tanmātra). Questi strumenti percettivi avrebbero bisogno di una elaborata e affinata facoltà mentale atta ad interpretare e a misurare o meglio apprezzare le informazioni ricevute. Pertanto, i recettori sensoriali prodotti dalle varie e anche più remote parti del corpo, inviano impulsi elettrici di diversa intensità all’organo cervello, la mente li capta, li elabora, li interpreta e in una frazione di secondo rende palese l’informazione.
Gli elementi grossolani della natura o stati della materia fisica, costitutivi sia del micro che del macrocosmo sono stati già descritti nel precedente articolo. Pertanto, le potenzialità che ci consentono, invece, di percepire proprio quegli elementi grossolani sono i seguenti:
31 - Gandha-tanmātra (il potenziale per la percezione olfattiva); 30 - Rasa-tanmātra (percezione gustativa); 29 - Rūpa-tanmātra (percezione visiva); 28 - Sparśa-tanmātra (percezione tattile); 27 - Śabda-tanmātra (percezione uditiva).
ĀSANA, UNA ESERCITAZIONE PER LA MENTE
Colgo l’occasione per darvi alcune semplici informazioni, la pratica di āsana, sembra essere una pratica fisica, ma in realtà non lo è. Perché, se per un motivo o per un altro, la mente e/o il cervello dovessero subire qualche disturbo o problema il praticante non avrebbe la minima possibilità di individuare la posizione di un arto, di una parte del corpo o di una zona muscolare. Molte persone, non abituate ad usare il corpo consapevolmente, ma solo meccanicamente, hanno una capacità percettiva molto superficiale.
Pertanto, un āsana è una postura che prima di tutto dovrebbe essere un supporto per allenare proprio quelle potenzialità appena elencate, affinché la mente si possa esercitare ad uno sviluppo sistematico di tutte le facoltà percettive. Da qui si evince che la pratica di un āsana sia principalmente un’esercitazione mentale, quella che ci consente di orientarci con il corpo e successivamente essere anche strumento per una esercitazione fisica. In questo modo, è possibile ottenere una migliore facoltà percettiva con un allenamento sistematico. Uno yogin è prima di tutto un esperto nelle relazioni sensoriali che allena sistematicamente con tutte le parti del proprio corpo. È possibile, con una sistematica esercitazione, ottenere una più elevata potenzialità percettiva per vivere meglio il corpo in tutte le sue manifestazioni. Si può quindi affermare che la pratica tantrica sia un viaggio coscienziale nel corpo e attraverso il corpo.
Nell’immagine Paesaggio marino-navigando-Claude Monet 1864
Per capire il Tantra è necessario capire il mondo e per capirlo è necessario riprendere un antichissimo temine, apparso in alcune Upaniṣad e nella Bhagavad-Gīta: saṃsāra.
20 marzo 2020
In riferimento a quanto ci viene trasmesso dalla visione tantrica, senza accorgercene veramente, viviamo in un universo, un oceano di energie impregnate di coscienza. Purtroppo, siamo costretti e indotti a vivere l’esperienza individuale, limitata e circoscritta dell’energia a causa dell’ignoranza soggettiva che nasconde e limita la verità.
15 settembre 2020
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