SWAMI SATCHIDANANDA ANDÒ A WOODSTOCK E L'OCCIDENTE SCOPRÌ LO YOGA

14 marzo 2020

Mario Raffaele Conti

Tutti noi che pratichiamo e studiamo lo yoga abbiamo un debito di riconoscenza con tre guru che hanno cambiato l'Occidente: Swami Vivekananda, Paramahansa Yogananda e il “nostro” Sri Swami Sivananda. Voi direte: “I primi due sono andati in America, ma Sivananda non è mai venuto in Occidente”. Vero, ma ci è “arrivato” in due modi molto moderni: con la rivista «Yoga» del suo discepolo André Van Lysebeth e con la missione dei suoi discepoli tra cui, il più famoso, Swami Satchidananda.
Satchidananda ha avuto un impatto fondamentale sulla beat generation e quindi su tutti noi. Lo scrittore Philip Goldberg sostiene che l'immagine di Swami Satchidananda a Woodstock, che abbiamo pubblicato qualche giorno fa su questa pagina-magazine, «sarà per sempre il simbolo del momento in cui una folla di baby boomer anticonformisti si è voltata verso Oriente - e all'interno di sé - in un numero così grande che il processo è diventato irreversibile».

SUL PALCO CON LE ROCKSTAR
Ma come è arrivato questo swami indiano al festival di Woodstock quel 15 agosto 1969? Tutto nacque nel 1966 quando un artista della beat generation, Peter Max, andò a Parigi per seguire un progetto artistico e incontrò quello che sarebbe diventato il suo guru all'Hotel Napoleon Bonaparte. Racconta Max nel libro «The Woodstock Guru»: «Mi parlava di una nuova religione e questa religione era chiamata “Undo-ism” (gioco di parole con Induismo: Undo letteralmente significa “Disfare”, ndr)». Dopo qualche settimana l'allora 52enne Swami Satchidananda arrivò a New York a casa di Peter Max e da lì iniziò la sua avventura americana che lo portò a fondare l'Integral Yoga Institute di New York (era il 7 ottobre 1966) che oggi si trova al 227 West 13th Street tra la 7ª e l'8 ª Avenue, e soprattutto l'ashram di «Yogaville» in Virginia.

IL POTERE DELL'OM
Tre anni dopo fu proprio Max a portarlo nella piana di Bethel dove si stava celebrando il famoso festival rock. Le parole che pronunciò esplosero nel cervello di quei ragazzi, molti dei quali erano sotto l'effetto dell'Lsd: «L’energia del suono, la forza del suono, è molto, molto più grande di qualsiasi altro potere in questo mondo», disse. «Con il suono, possiamo costruire e, allo stesso tempo, possiamo distruggere. (...) Non combattiamo per la pace, ma troviamo la pace prima in noi stessi. E il futuro del mondo intero è nelle vostre mani».
Fece loro recitare due mantra: «Hari Om» e «Rama» e chiese un minuto di silenzio: «E in quel minuto di silenzio sentirete il grande, grande potere di quel suono e la pace meravigliosa che può portare in voi e nel mondo intero». Dopo quelle parole, molti di loro smisero con la droga e guardarono a Oriente. La rivoluzione era cominciata.

Nel filmato pubblicato dall'Integral Yoga Insitute, le immagini e le parole di Swami Satchidananda a Woodstock.

Monica

da leggere questo articolo ascoltando Alice Coltrane- Journey in Satchidananda! Che tempi!

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