IL TEMPO SACRO

10 aprile 2020

Antonio Nuzzo

Riflettere sulla nozione tempo ci permette di riconoscere quello lo stato nel quale un ricercatore spirituale si addentra nelle profondità del proprio essere. La perdita del tempo è il luogo che andrebbe ricercato. Quando si perde il tempo? Avviene quando si è innamorati o quando si è presi con passione da un lavoro, da una lettura e per un ricercatore spirituale quando si entra per grazia ricevuta in uno stato di meditazione. Il tempo lineare è sicuramente un riferimento importante anche per un atleta, un velocista. Ma è solo nel momento che egli perde la nozione di tempo ed entra in sé stesso, che riesce a mettere in attività tutte le sue potenzialità. La nozione deve rimanere solo un riferimento cognitivo, fuori dall’azione, dal vissuto e dall’esperienza. Allora egli raggiunge l’unione assoluta con tutte le potenzialità fisiche in atto, ma dovrà provare il gusto, la passione e l’amore per quel momento unico attraverso il quale riesce ad esprime simultaneamente potenza, elasticità, equilibrio, focalizzazione del pensiero sulla totalità in azione. Qui stiamo parlando di tantra, perché l’esperienza tantrica è possibile solo se si impara ad applicarla alla vita oltre che alla pratica. In questo modo c’è un continuum potente e orientato nella giusta direzione.

UNO SPAZIO SENZA TEMPO
Però è la pratica che deve essere compresa alla perfezione, perché la pratica è un vero laboratorio attraverso il quale si forgia la propria interiorità ed è qui che si comprende che ogni istante della propria esistenza, potrebbe essere unico in senso assoluto. Se l’uomo non avesse avuto l’opportunità di riflettere sul sonno e sullo svolgersi dei sogni e sul sonno senza sogni, non avrebbe potuto scoprire la meditazione, un evento al di là del tempo e dello spazio. Durante il sonno profondo la nozione di tempo e di spazio è qualitativamente diversa da quella che si ha nello stato di veglia, cinque minuti possono racchiudere spazi temporali riferiti allo stato di veglia di parecchie ore, giorni o anche anni.

L’INTEMPORALE
Se non si fosse liberi dalla prigione del tempo e dello spazio nel sonno profondo, il corpo e la mente non si potrebbero profondamente riposare, ristorare, rilassare e rinvigorire dopo il sonno.
I riferimenti temporali, quindi, durante il sonno non sono assolutamente e per nulla simili a quelli durante lo stato di veglia e quali sono, allora, i riferimenti temporali durante un profondo stato meditativo? La risposta è che lo yogin fa l’esperienza del tempo sacro, come esplicita André Van Lysebeth nel suo testo sul tantra, il culto della femminilità. Il termine non ha nulla a che vedere con la religione anche se possono esserci sicuramente dei punti in comune. Il tempo lineare è un segno convenzionale, un’astrazione occidentale è un concetto razionale, il tempo ciclico è un riferimento antico, quando l’uomo utilizzava i cicli solari e lunari. Questi due riferimenti temporali possono essere chiamati profani perché hanno definito ieri, oggi, domani come momenti separati e scissi, mentre il tempo diventa sacro quando non c’è passato e futuro e l’unico riferimento è che passato e futuro diventano presente. Tutto esiste nello stesso istante dalla creazione alla dissoluzione del tempo. La dimensione sacra del tempo è un processo continuum e la creazione è in atto in questo istante presente perché esiste solo l’eterno e sacro istante ovvero l’intemporale, il senza tempo.

Immagine: "La Siesta” Paul Gauguin 1892-1894

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