10 aprile 2020
Riflettere sulla nozione tempo ci permette di riconoscere quello lo stato nel quale un ricercatore spirituale si addentra nelle profondità del proprio essere. La perdita del tempo è il luogo che andrebbe ricercato. Quando si perde il tempo? Avviene quando si è innamorati o quando si è presi con passione da un lavoro, da una lettura e per un ricercatore spirituale quando si entra per grazia ricevuta in uno stato di meditazione. Il tempo lineare è sicuramente un riferimento importante anche per un atleta, un velocista. Ma è solo nel momento che egli perde la nozione di tempo ed entra in sé stesso, che riesce a mettere in attività tutte le sue potenzialità. La nozione deve rimanere solo un riferimento cognitivo, fuori dall’azione, dal vissuto e dall’esperienza. Allora egli raggiunge l’unione assoluta con tutte le potenzialità fisiche in atto, ma dovrà provare il gusto, la passione e l’amore per quel momento unico attraverso il quale riesce ad esprime simultaneamente potenza, elasticità, equilibrio, focalizzazione del pensiero sulla totalità in azione. Qui stiamo parlando di tantra, perché l’esperienza tantrica è possibile solo se si impara ad applicarla alla vita oltre che alla pratica. In questo modo c’è un continuum potente e orientato nella giusta direzione.
UNO SPAZIO SENZA TEMPO
Però è la pratica che deve essere compresa alla perfezione, perché la pratica è un vero laboratorio attraverso il quale si forgia la propria interiorità ed è qui che si comprende che ogni istante della propria esistenza, potrebbe essere unico in senso assoluto. Se l’uomo non avesse avuto l’opportunità di riflettere sul sonno e sullo svolgersi dei sogni e sul sonno senza sogni, non avrebbe potuto scoprire la meditazione, un evento al di là del tempo e dello spazio. Durante il sonno profondo la nozione di tempo e di spazio è qualitativamente diversa da quella che si ha nello stato di veglia, cinque minuti possono racchiudere spazi temporali riferiti allo stato di veglia di parecchie ore, giorni o anche anni.
L’INTEMPORALE
Se non si fosse liberi dalla prigione del tempo e dello spazio nel sonno profondo, il corpo e la mente non si potrebbero profondamente riposare, ristorare, rilassare e rinvigorire dopo il sonno.
I riferimenti temporali, quindi, durante il sonno non sono assolutamente e per nulla simili a quelli durante lo stato di veglia e quali sono, allora, i riferimenti temporali durante un profondo stato meditativo? La risposta è che lo yogin fa l’esperienza del tempo sacro, come esplicita André Van Lysebeth nel suo testo sul tantra, il culto della femminilità. Il termine non ha nulla a che vedere con la religione anche se possono esserci sicuramente dei punti in comune. Il tempo lineare è un segno convenzionale, un’astrazione occidentale è un concetto razionale, il tempo ciclico è un riferimento antico, quando l’uomo utilizzava i cicli solari e lunari. Questi due riferimenti temporali possono essere chiamati profani perché hanno definito ieri, oggi, domani come momenti separati e scissi, mentre il tempo diventa sacro quando non c’è passato e futuro e l’unico riferimento è che passato e futuro diventano presente. Tutto esiste nello stesso istante dalla creazione alla dissoluzione del tempo. La dimensione sacra del tempo è un processo continuum e la creazione è in atto in questo istante presente perché esiste solo l’eterno e sacro istante ovvero l’intemporale, il senza tempo.
Immagine: "La Siesta” Paul Gauguin 1892-1894
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