23 agosto 2020
Una grande confusione regna ancora in noi quando ci riferiamo alla coscienza, alla materia e all’energia. Eppure, sono termini che vengono utilizzati nel linguaggio comune (metti una mano sulla coscienza, non hai energia). Questi elementi, dalle persone comuni sono visti come elementi quasi autonomi e non sono mai visti e percepiti come la totalità. In realtà coscienza, materia ed energia sono semplicemente un insieme indivisibile con una caratteristica particolare: quando uno appare, gli altri è come se sparissero. Senza percepirlo, viviamo in un oceano di energia cosciente. Dovremmo quindi apprendere a sviluppare l’esperienza reale dell’energia e rifiutarci con determinazione di nutrirci di concetti e di immaginazione. Se la pratica dello haṭha-yoga potesse nutrirsi di questa interiorità, come sarebbe profondamente diversa da quella che è entrata ormai nelle abitudini comuni! L’energia non è un concetto e neppure una proiezione immaginaria, ma un vissuto consapevole e cosciente di una realtà permanente in continua evoluzione. Le esperienze sono considerate spesso bianche o nere, giuste o sbagliate, buone o cattive; ma non sono mai naturalmente considerate come “apparenze” differenti di una stessa realtà. L’esperienza autentica non è quella di una interpretazione duale delle impressioni sensoriali, imprecise e fallaci. L’esperienza autentica, invece, risponde ad un’altra logica, le cui regole ammettono infinite ed innumerevoli possibilità, da non poter essere ridotte in questo o quello. Trasformano il sapere in risveglio e l’idea di esperire si trasforma in una constatazione, talmente vasta, da poter essere contenuta in una troppo ristretta visione cognitiva. Dobbiamo imparare a vivere l’esperienza individuale delle Energie, che la nostra ignoranza ci nasconde. (il termine ignoranza viene usato nel senso di subire il fatto di non avere una visione libera).
GLI ASPETTI DELLA REALTÀ
Secondo la tradizione tantrica, i principi costitutivi sono stati classificati in sei gruppi, l’ultimo di questi viene definito come principio di materialità. I vari principi ai quali ognuno di noi si dovrà confrontare nel lungo cammino dello yoga sono in totale trentasei e lo scopo è quello di procedere verso una progressiva purificazione degli stessi. Lo scopo più opportuno da raggiungere è fondamentalmente riuscire a vedere il mondo senza che vengano utilizzati solo gli elementi sensoriali. Questi si alleano con la mente cognitiva per separare gli ambiti, decifrare e separare le varie componenti attribuendo nomi, abilità, giudizi e particolarità. Questo elenco che inizieremo a decifrare è il risultato di millenni di storia e di ricerca che ha interessato saggi, yogin, Ṛṣi (Rishi) e veggenti. Dall’antica visione del mondo, via via si è arrivati fino ai nostri giorni, con un lento e progressivo movimento interpretativo che ha inglobato la vecchia struttura arcaica e l’ha inserita in una visione più allargata e dinamica dell’esistenza. Non lasciatevi influenzare dall’elenco fatto di componenti, ma cercate subito di vederli in una visione dinamica e interconnessa in continua e perenne trasformazione. Il linguaggio è necessariamente strutturato e mostra con questo elenco il limite espressivo, ma è interessante provare a percepire ogni elemento in una amalgama inseparabile le cui componenti sono prive di confini e spazi delimitati, come appare nella descrizione.
FORZE ELEMENTARI, MONDO ESTERIORE
Iniziamo dai principi più grossolani che sono percepiti prevalentemente dai sensi e condizionano direttamente la nostra esistenza per effetto della loro presenza così densa. Questi cinque elementi che verranno elencati sono stati scritti con la lettera maiuscola per distinguerli dalle sostanze abitualmente intese come tali nella natura. Per esempio, l’elemento terra, come anche gli altri quattro che verranno indicati nell’elenco seguente, va considerato piuttosto come stato o essenza (Pṛthvī) caratterizzata da una particolare energia vitale manifestatasi in forme legate ad una percezione tangibile, determinata da una coesione tale da mostrare una densità evidente. Pṛthvī si materializza ai nostri occhi in multiformi forme e innumerevoli consistenze. La traduzione con la parola terra ci ricorda principalmente quella che abbiamo nei vasi sul balcone di casa, ma bisogna capire che (Pṛthvī) è una sostanza che si manifesta in diversi modi.
36 - Pṛthvī-bhūta (elemento Terra), 35 - Āpo-bhūta (Acqua), 34 - Agni-bhūta (Fuoco), 33 - Vāyu-bhūta (Aria), 32 – Ākāśa-bhūta (Etere). Immaginate di vedere queste parole scritte che esprimono i cinque elementi che compongono l’universo come termini che non sono separati da virgole e da numeri: TerraAcquaFuocoAriaEtere. E allora impareremo che sono inseparabili e che sono nutriti costantemente da energia e coscienza. Le caratteristiche di questi cinque elementi sono che alcuni sono assoggettati alla forza di gravità ed altri no, alcuni hanno una consistenza più densa ed altri no, alcuni hanno confini delineati chiaramente e altri no, ma sono sicuramente un amalgama in continua evoluzione e trasformazione. In conclusione, l’idea della coscienza pura e vibrante non è quella della scienza, ma quella dei Siddha, degli Esseri realizzati che si sono saputi immergere ed interagire nella Totalità.
Nell’immagine opera di Alberto Burri
Per capire il Tantra è necessario capire il mondo e per capirlo è necessario riprendere un antichissimo temine, apparso in alcune Upaniṣad e nella Bhagavad-Gīta: saṃsāra.
20 marzo 2020
In riferimento a quanto ci viene trasmesso dalla visione tantrica, senza accorgercene veramente, viviamo in un universo, un oceano di energie impregnate di coscienza. Purtroppo, siamo costretti e indotti a vivere l’esperienza individuale, limitata e circoscritta dell’energia a causa dell’ignoranza soggettiva che nasconde e limita la verità.
15 settembre 2020
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